Data: 21 Luglio 2020
Rivista: PANBIANCO WINE & NEWS
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Testo dell’articolo:
Nove ristoranti in più entro l’anno, la prima di una serie di dark kitchen e infine l’ingresso nei mercati esteri. Tutto con il poke. È un piano di battaglia ambizioso e tutto autofinanziato quello che Andrea Scotti, ceo di I Love Pokè, sta portando avanti con la sua insegna. All’orizzonte, ci racconta, non ci sono round di investimento o vendita di quote per sostenere la crescita della catena da oltre 8 milioni di ricavi nel 2019. “A un certo punto diventerà inevitabile, e alcuni fondi hanno già bussato alle porte, ma è ancora presto. Procediamo quindi con le nostre forze, visto che gli investimenti riusciamo a farli utilizzando il cash flow dei locali esistenti”.

Attualmente sono 15 i punti vendita in Italia, di cui sette solo a Milano, per un’ottantina di dipendenti tra i locali e il laboratorio di Pioltello che fa da centro unico di produzione, rifornendo pesce, salse e marinature alla rete degli store. I numeri sono destinati ad aumentare abbastanza rapidamente. Si parte dall’ottavo punto vendita milanese, che verrà creato nel contesto del Bicocca Village. Poi ci sarà il raddoppio a Roma, altri quattro monomarca diretti (Catania, Monza, Verona e Rozzano) e tre franchising a Pavia, Torino-Lingotto e Bergamo. Il modello è perlopiù diretto, poiché i franchising tra gli esistenti e quelli in arrivo sono cinque in tutto.

Dopo l’Italia, I Love Pokè sta scaldando i motori per partire all’estero. “Stiamo guardando a Francia, Olanda, Gran Bretagna. Pensiamo di aprire i primi locali tra novembre e gennaio del 2021, direttamente o con dei partner. Il piano di sviluppo è importante e punta, entro 4 anni, ad arrivare complessivamente ai cento punti vendita”. Le prospettive di selezione del mercato retail potrebbero agevolare la ricerca di spazi. “Già oggi valutiamo un centinaio di location a settimana, e temo che a settembre si avrà ancora più disponibilità di locali”, precisa Scotti. Quanto ai conti della catena, si puntava a superare i 10 milioni entro il 2020, ma la pandemia renderà molto difficile il raggiungimento dell’obiettivo. “Il delivery ci ha permesso di reggere anche nei mesi peggiori, che però sarebbero stati quelli più interessanti per la piazza di Milano, in particolare aprile e maggio. Da giugno, i negozi hanno ripreso a fatturare abbastanza bene e l’incidenza del delivery è tornata a livelli più o meno normali, attorno al 35% del totale”.

E la dark kitchen? In realtà bisognerà parlare al plurale, perché I Love Pokè crede in questo progetto e ha firmato nei giorni scorsi un accordo con la società di sviluppo Dynamic Food Brands per entrare nelle città o nelle zone dove ancora non è presente con i suoi store. “Inizieremo da Roma, e si tratterà di un test per capire la successiva evoluzione. L’accordo infatti prevede la copertura di più città”, conclude.