Dynamic Food Brands
Una startup innovativa che applica un modello di business testato, dimensionato sulla base delle specificità, delle tradizioni e delle abitudini del mercato europeo per la progettazione di Ghost Kitchen in grado di raggiungere risultati importanti con una EBITDA a doppia cifra positiva sin dal primo anno.
Il fondatore e Ceo di Dynamic Food Brands, startup innovativa che si pone l’obiettivo di innovare i sistemi di customer experience per il fuoricasa tramite un fooddelivery moderno e sostenibile, ha rilasciato una interessante intervista a Filiberto Amati della Amati & Associates sul futuro delle Dark Kitchen e dei modelli di business che legano la ristorazione commerciale e non solo, al cliente digitale.
Delivery Hero acquisisce tutte le operazioni di Glovo in America Latina per 230 milioni di euro Delivery Hero rafforza la sua posizione in America Latina, aggiungendo Perù, Ecuador, Costa Rica, Honduras e Guatemala alla sua attuale presenza e ampliando ulteriormente le sue attività esistenti in Argentina, Panama e Repubblica Dominicana La transazione dovrebbe concludersi entro […]
Non è il settore della #ristorazione ad essere in difficoltà a causa dell’improvvisa scossa data, ad una struttura che da tempo mostrava le sue crepe, dal #covid19, bensì alcuni dei modelli di #business collaterali o di supporto ad essa.Ne abbiamo parlato con i ragazzi di Food Genius Academy sabato scorso, 12 Luglio 2020 a Milano, dove […]
Nel mercato Indiano il fooddelivery ha recuperato circa l’80% delle vendite pre-pandemiche. Un post sul blog di Zomato osserva che “il numero di ristoranti che offrono la consegna di cibo è al 70% dei livelli pre-COVID, con tendenza verso il 100%.
Amazon tramite il proprio brand fisico Whole Food lancia, da Brooklyn, i Dark Stores. Magazzini dove vengono ricevuti gli ordini di solo freschissimo fatti online e consegnati tramite i rider.
Un lungo ed interessante articolo della giornalista Elena Delfino che racconta, intervistando il Ceo di Dynamic Food Brands Michele Ardoni, cosa sono le nuove ”Cucine Dinamiche” proposte dall’azienda che si propongono di innovare la tradizionale formula delle Ghost Kitchen e delle Dark Kitchen in Italia.
Ambrosia il ristorante meneghino del Gruppo Ethos dedicato al cibo organico, slowfood , diventa un Virtual Brand con Dynamic Food Brands srl .
Entra nelle Ghost Kitchen portando equilibrio nell’offerta del Food Delivery con una serie di menu specifici per il pasto a domicilio, leggeri, de-stagionalizzati, biologici .
Davvero il Food Delivery performa solo con una offerta Junk Food ?
L’evoluzione delle ghost kitchen e delle dark kitchen parte dalla ricchezza della diversità alimentare.
La cultura di un paese, le tradizioni passano sempre tramite il cibo. Tramite esso si diffondono e avvicinano le persone alla propria storia. Prima di un libro, prima di una cartolina.
Proprio come i libri e le cartoline, anche la ristorazione è rimasta ancorata alla tradizione, sino quasi a implodere su se stessa, anziché sfruttare a proprio vantaggio le soluzioni offerte dalla tecnologia; la stessa tecnologia usata dai propri clienti potenziali o acquisiti.
Il mondo del foodservice, incluso quello legato allo sviluppo all’interno di centri commerciali e delle sue foodcourt ha risentito della scarsa capacità di innovazione, sino a quasi soccombere a favore di iniziative qualitativamente scarse ma più strutturate a livello infrastrutturale.
Dynamic Food Brands srl tramite i suoi 3 modelli di business principali e grazie al connubio tra esperienza e tecnologia offre ai nuovi operatori di ristorazione ed a quelli in grado di accelerare il proprio processo di avvicinamento al mercato digitale, la soluzione per crescere nella distribuzione e nei fatturati.
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www.dynamicfoodbrands.com
La vera rivoluzione del retail post Covid19 sarà quella di lavorare sull’affermazione dell’identità di brand e di prodotto.
Uscendo dalla comfort zone del ristorante o del locale ”piacione” senza una propria personalità e non in grado di lavorare sulla fidelizzazione della clientela, ma prostituitosi ai gusti mutanti e mutevoli del pubblico di riferimento.
Non sarà il futuro del ”tutto digitale” ma il giusto connubio tra facilità di accesso all’offerta, customer experience , usability ed interazione umana.
Tornerà la prossimità?
Forse una vicinanza diversa, ma soprattutto i brand dovranno recuperare l’affetto perduto, grazie ad anni di politiche deleterie di personale non formato, a basso costo, non motivato. Il nuovo retail sarà quanto di più simile al vecchio retail si possa immaginare. E forse sarà una scoperta piacevole per la GenZ che in esso troverà innovazione, proprio perchè diverso dal quotidiano cui è abituato.
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